E’ il simbolo di tutto il metapontino ed anche della Basilicata stessa, testimonianza della floridezza dell'antica polis di Metapontum. Era il sacro esterno alla città. Realizzato in stile dorico nel 530 a.C., è l'unico edificio monumentale di culto di cui si conserva parte del colonnato esterno, posto lungo un’importante asse della viabilità antica del territorio metapontino, in posizione dominante rispetto alla grande vallata del fiume Bradano, quasi a controllo della linea di frontiera verso nord (Taranto) con il fiume Bradano in cui gli storici greci indicavano il limite settentrionale dell’Italia.
La costruzione originaria aveva 6 colonne sul lato corto e 12 colonne su quello lungo, ma ne rimangono solo 15, disposte in due ali, rispettivamente di 10 e 5 colonne ciascuna, le quali sostengono due pezzi dell'architrave.
Il rapporto topografico ancora esistente con la moderna statale Ionico n. 106, che ripropone tracciati precedenti, è un chiaro indizio della funzione strategica svolta in antico da questo santuario. Indicato come tomba di Pitagora o Tavole Palatine, ha rappresentato spesso nell’immaginario popolare l’intera città, ormai distrutta ed abbandonata.
Si tratta invece, di un elegante tempio dorico periptero con 6x12 colonne, costruito nella seconda metà del VJ sec.a.C. In età Repubblicana ed Imperiale romana l’area conserva tracce di una frequentazione umana, anche se non può essere provato il mantenimento della sua funzione religiosa.
Oggi il sito è liberabile visitabile gratuitamente ed è sempre aperto al pubblico.
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